CONSELICE E IL SUO TERRITORIO: IL PIOPPO
- Concentrica
- 21 lug 2020
- Tempo di lettura: 2 min
La rubrica Territorio si occupa della parte naturalistica del nostro paese. Con questo articolo si inaugura un filone di pubblicazioni che andranno ad analizzare la flora della nostra zona, andando a scoprire e analizzare le piante più significative.
Uno degli alberi più riconoscibili e diffusi in tutta la nostra zona è sicuramente il pioppo. L’articolo di oggi andrà proprio ad approfondire le caratteristiche di questa pianta e dei suoi usi.
Tra le piante autoctone della Bassa Romagna il pioppo è la specie più diffusa.
Negli ampi spazi aperti della campagna conselicese si staglia raggiungendo l’altezza di 25 metri nelle varietà principali di populus nigra (pioppo nero) con foglie di colore verde in entrambe le pagine e con il tronco scuro e populus alba (pioppo bianco) che presenta un bellissimo colore bianco patinato nella pagina inferiore delle foglie e tronco chiaro effetto levigato.
Questa caratteristica conferisce al pioppo bianco un aspetto suggestivo quando soffia il vento, infatti la chioma argentata sembra tremolare e sottolinea, insieme al biancore liscio della corteccia, la maestosa bellezza del pioppo bianco. Nel dialetto locale è chiamato “l’albaraz” a causa della chioma voluminosa all’ombra della quale nel secolo scorso venivano messi a sedere i fanciulli mentre i genitori lavoravano nei campi.
L’età riproduttiva dell'albero comincia a 10, 15 anni.
I fiori, raccolti in infiorescenze pendenti,
compaiono prima delle foglie in modo che il polline possa facilmente essere disperso.
I frutti maturano a metà primavera, contengono piccoli semi marroncini che vengono dispersi dal vento tramite una sorta di pappo. Quest’ultimo ha la forma di un perfetto paracadute che allontana i semi dalla pianta madre perché se cadessero tutti ai piedi dell’albero non ci sarebbe spazio, né nutrimento per tutti.
Il polline ed i frutti infastidiscono chi ne è allergico, ma la dispersione di entrambi è una condizione fondamentale per la riproduzione.
Per quanto riguarda il suo utilizzo in ambito industriale questa pianta si rivela importante e molto utilizzata.
La pioppicoltura in Italia è praticata per il 70% nella Pianura Padana e il pioppo viene utilizzato per produrre pannelli di legno e compensato, cassette da imballaggio, fiammiferi e carta. La coltivazione del pioppo non è solo una fonte di reddito, ma aiuta a salvaguardare l’ambiente. Un ettaro di pioppeto, pari circa a 300 piante, è in grado di assorbire 18 tonnellate di CO2 in un anno, corrispondenti circa alle emissioni di 16 mila auto in un anno.
Inoltre la piantumazione di pioppi riduce l’inquinamento da fertilizzanti e pesticidi e genera ricadute significative a livello ambientale.
In collaborazione con Nadia Calzolari.
Riccardo Margotti.

Photo by Riccardo Margotti
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