top of page

SHAWN STUSSY, LO STREETWEAR

  • Immagine del redattore: Concentrica
    Concentrica
  • 24 lug 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Oramai lo streetwear si è fuso quasi completamente con lo scenario fashion italiano. Ma da dove è partito? Dove è nato? Quando ancora si poteva considerare street e non l’ennesima moda?


Come abbiamo già detto in precedenza, Snap ha lo scopo di coprire a 360 gradi tutto il mondo dell’urban e di tutte le sottoculture che hanno dato vita a veri e propri miti. 

Oggi parliamo di Shawn Stussy, l’uomo che, a detta di molte rubriche, è colui che ha dato via all’ormai lungo percorso dello streetwear. 


Ci troviamo negli anni ’80, a Laguna Beach California.  In quel periodo il nostro genio (Shawn) si occupava di produrre tavole da skateboard e da surf, da qui nacque il nome di uno dei più moderni e famosi brand: Stussy.


La sua firma ha iniziato a prendere sempre più riconoscimento per poi diventare, verso la fine di quegli anni,  un vero e proprio negozio, il primo. Mr. Stussy che produceva t-shirt, pantaloncini e cappelli (il pack classico di partenza). 

Arrivano i primi anni ’90 e, dopo aver conosciuto Frank Sinatra Jr., il progetto Stussy si è allargato per diventare una bozza di catena di vendita: si aprono diversi negozi e la firma Stussy diventa un vero e proprio brand con la sua identità ancora unica.

Passa ancora qualche anno e quel talentuoso uomo si ritira dalla scena lasciando le redini al suo compagno.


Ma cosa rende Stussy quello che è ora? Come si può mettere su un impero così grande partendo da semplici tavole e arrivare a creare qualcosa che ormai è culto?

La risposta viene dallo stesso Kim Jones, direttore artistico di Dior che afferma: “Da adolescente vestivo completamente Stussy, era quasi un’ossessione per me” e se a dirlo è uno del suo calibro, qualcosa vorrà dire no?


Questo brand fonda le radici su quello che era il vissuto di Shawn, quello che per lui era quotidianità: la cultura surf, i cappelli da imbianchino caratteristici nella sottocultura degli skater, e il non seguire un mercato che da anno in anno muta direzione.

Se ora vesti Stussy e non conosci la sua storia sei il risultato di un progetto che ha letteralmente cambiato il modo di vedere una sottocultura: una volta, soltanto chi ne faceva parte conosceva il mondo di Shawn e ora, un po’ a malincuore, devo dire che non si sente più odore di asfalto o salsedine ma solo di deodorante per ambienti e plastica. 


Una cosa è lecita però: abbiamo tantissimi casi di brand di moda  che sfondano nel mercato globale ma nascono da sottoculture che di mainstream hanno veramente poco quindi, se pensi di poterti definire alternativo (io lo chiamo il gioco dello stupido) perché vesti Stussy ora mi dispiace dirtelo ma non è così.

Tutto questo per dire cosa però? Che non è giusto vestirsi Stussy se non si conosce la storia? 


No assolutamente, dico solo che al giorno d’oggi si emula e non si prende spunto, non ci si veste più per identificarsi ma per adeguarsi e chi lo nega, solo ad una piccola percentuale personalmente credo. Non fa figo se hai sei paia di scarpe invece che due, non fa figo che fai a gara raggiungendo livelli maniacali per una t-shirt.


Datemi del sentimentalista o del moralista ma io credo ancora nella cultura, nello sforzo e nel talento che paga ancora di più di una buona campagna marketing. 


Peace.


Michael Cardinali.


Shawn Stussy

con una delle sue tavole














Promo di Stussy #1


Promo di Stussy #2



תגובות


©2020 di Con.centrica. Creato con Wix.com

bottom of page